Ho cominciato a scrivere questa newsletter a gennaio.
Ho ricominciato a scriverla diverse volte, all'inizio l’incipit era “con alle spalle un paio di settimane del nuovo anno”. Il “paio di settimane” è diventato “un paio di mesi”, e ora è arrivato anche il cambio di stagione, che per me vuol dire riempire il cassetto del comodino di scatole di antistaminico, mica mettere da parte i cappotti, tanto lo sappiamo che fino a giugno il maglioncino serve*.
Dunque, ricominciamo: con alle spalle più di un paio di mesi del nuovo anno posso dire che fino ad ora non è stato molto divertente.
Potrei rappresentarlo così
Le mie attività preferite:
chiedere scusa troppe volte
annullare piani per paura che andassero male
autosabotarmi
dormire male.
L’unica cosa che non stavo facendo era difendermi e dire a voce alta le mie opinioni: è faticoso rischiare che non siano tutti d'accordo con me.
Per capire quanto ameba stessi diventando e per cominciare a reagire, ho avuto bisogno di:
Parlare con ragazzi e ragazze che stanno per entrare nel mondo del lavoro, che avevano voglia di chiedere (proprio) a me come farlo al meglio, seguendo le proprie passioni e cercando qualcosa che rispecchiasse anche i propri valori.
Incredibile: sono saggia.
Ricominciare gli allenamenti al maneggio e le lezioni di pianoforte, scoprire che se i miei insegnanti dicono che sono in grado di fare qualcosa probabilmente è così.
Pazzesco: qualcuno si fida delle mie capacità.
Lavorare moltissimo su me stessa, pensando a tutto quello che mi succede e che faccio succedere.
Atomico: sono potente.
Ho anche visto tante persone che stimo scrivere tesi, laurearsi, superare questo traguardo con le guance rosse, le braccia in alto, esultanti.
Mi ha fatto ricordare quello che ho scritto sulla prima pagina della mia tesi, e dopo un tot di anni che sembrano sempre pochi ho fatto pace con quella persona che non voleva sbagliare, che voleva piacere a tutti, che non voleva essere stanca, avere sonno, essere noiosa, che voleva tutto subito.
Anche meno, Valeria.
Rilassati e pensa a difendere le tue opinioni, vedi come ti fa bene, anche quando ti stai sbagliando.
In questa newsletter non ci sono interviste, domande e risposte a qualcuno che può aver vissuto esperienze simili alle mie: l'elenco di persone-che-hanno-paura-di-non-piacere, con cui condividere questi disagi, é potenzialmente infinito, era difficile scegliere.
Poi mi è venuta in mente una persona che da queste situazioni mi ha insegnato a reagire in un modo preciso, e quella persona é mio padre.
“Mangiamogli il cuore inzuppato nel sangue”
È il nostro mantra, o forse più un urlo di battaglia.
Semplice, diretto, forse un po' crudo ma efficace.
E così papà si è guadagnato un pezzetto di Andature, forse per merito, forse perché è raccomandato.
Io vi dico che come mantra funziona da circa 25 anni.
*Spero nel sole almeno per il 4 e 5 maggio, che in LUZ stiamo preparando Ensemble, il Festival #nofilter sulla genitorialità, insieme a tanti complici. Vieni?